Il rimpallo del debito, i sudditi e le tasse

Con la crisi abbiamo visto di tutto. Salvataggi arbitrari, fallimenti arbitrari. Governi che mentono. L'esplosione dei debiti pubblici. Crisi valutarie. Crisi di fiducia. Fallimento di Stati. Governi che si accusano l'un l'altro. Ritorni di fiamma protezionistici. L'euro che barcolla. Abbiamo visto il debito privato trasformarsi magicamente in debito pubblico. Le colpe di pochi ricadere su molti perchè il rischio è sistemico: to big to fail. Ora che i debiti pubblici sono gonfi, ecco le nuove proposte, tutte italiane, per ritrasformare il debito pubblico in debito privato... tasse, tasse, tasse.


Io sta roba qua la chiamo "scarica-barile". E quando si scaricano i barili, non si pensa alle conseguenze perché si spera tocchi a qualcun altro. Il debito viene passato, chi se ne libera tira un sospiro di sollievo e non ci pensa più. E nessuno pensa a come estinguerlo sul serio sto debito, tanto tocca sempre a qualcun altro...

Però il concetto non è difficile: per ripagare un debito servono soldi. Farsi prestare i soldi per pagare un debito chiude una porta e apre un portone. L'unico modo serio è produrre nuova ricchezza. Non ci sono alternative. E' una cosa facile.

Eppure ora in Italia si sente parlare di una tassa patrimoniale (ma non è proprio una tassa patrimoniale perché...). Roba di sinistra, dicono. Perchè vogliono farci credere di voler tassare i ricchi, anzi i super-ricchi (colpevolissimi), per dare ai poveri. E questa, si sa, è una cosa di sinistra. Mentre a destra magari tassano i poveri per dare ai ricchi, ma alla fine una cosa è certa: in Italia tutti tassano a sangue.


Il messaggio della paura è: il 10% più ricco degli italiani detiene il 45% della ricchezza del paese. E giù la folla con torce e forconi: al rogo, al rogo!

Poi la proposta: tassiamo il patrimonio di quel 10% e ci ripaghiamo il debito pubblico. Fine dei problemi dell'Italia. Come dire, visto che ho fatto debiti perchè non mi andava, e non mi va, di lavorare, meglio vendere casa per ripagare il debito. Poi chi vivrà vedrà...

Ok, fin qui ho un po' romanzato la cosa, ma ora rendiamo il discorso un pochino più serio. Solo un pochino.

Allora tutto inizia con una proposta di Amato, ma forse più che una proposta vera e propria era una riflessione:
L'Istat ha detto che il nostro debito totale ammonta a circa 30.000 euro per italiano. Non è così gigantesco. Un terzo di questo debito abbattuto metterebbe l'Italia in una zona di assoluta sicurezza. Potrebbe arrivare a circa l'80 per cento del Pil. Un terzo significa, probabilmente, imporre ad un terzo degli italiani, teoricamente, di pagare un terso dei 30.000. E' così spaventoso spalmare, tra chi ha di più rispetto a chi ha di meno, 10.000 euro per risolvere un problema che così grave? Nessuno, nemmeno la sinistra ha il coraggio di sostenere una simile proposta.

La cosa è stata ripresa poi da Veltroni:
...vi chiedo un contributo straordinario per tre anni per far scendere il debito in modo rapido verso dimensioni più rassicuranti.

Poi c'è un'intervista del Corriere della Sera al prof. Capaldo:
Se il debito venisse trasferito per il 50% ai privati, lo Stato vedrebbe dimezzato il rapporto debito/Pil, che passerebbe dall'attuale 118 a 59, leggermente inferiore al massimo previsto dal trattato (60%).

Critici Penati su Repubblica e Di Vico sul Corriere. Pietro Ichino invece si esprime fovorevolmente. E arriva la reazione critica di Oscar Giannino, un'analisi di Gilberto Muraro e un'analisi di Bisin, Boldrin e Brusco; infine quest'ultimo riprende il discorso con un esempio che aiuta a capire chi sono poi questi malvagi super-ricchi.

E allora seguiamo Brusco, con in mano l'indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d'Italia (2008).

Pag. 7 - al sesto punto dei risultati principali troviamo: nel 2008 la ricchezza familiare netta (...) presenta valore mediano di 153.000 euro.

Pag. 7 - al settimo punto c'è il messaggio della paura di cui sopra...

Pag. 72 - il 10% più povero ha una ricchezza di meno di 1.500 euro; il 10% più ricco ha una ricchezza di oltre 529.500 euro.

Andiamo a vedere chi sono questi super-ricchi. Dalla tabella, a occhio, direi che sono in prevalenza persone con più di 45-50 anni, dirigenti o lavoratori autonomi, a volte pensionati, proprietari della propria casa.

Ora seguiamo l'esempio di Brusco e vediamo se i conti tornano. Da pag. 65 scopriamo che il reddito mediano di una famiglia con 2 percettori di reddito è 34.600 euro, 34.600/13mensilità=2661 euro al mese che per 2 percettori sono 1330 euro al mese a testa. Questo pone la famiglia nel 50% ricco del paese, precisamente tra il 3° e il 4° quintile; probabilmente una famiglia con 3 componenti: per es. 2 lavoratori e un figlio a carico. Questa famiglia, dicono i dati, consuma 24.200 euro, perciò ne risparmia 10.400 l'anno.
Ora assumiamo che la famiglia parta da una ricchezza pari a 0 e che questi risparmi siano tutti messi da parte, investiti a fine anno e successivamente non intaccati per 40 anni al tasso dell'1,5%.
Alla fine del 40° anno la ricchezza della famiglia è
10.400+10.400(1+1,5%)+10.400(1+1,5%)^2+...+10.400(1+1,5%)^39=
=10.400[1+(1+1,5%)+(1+1,5%)^2+...+(1+1,5%)^39]=
=10.400[1-(1+1,5%)^40]/[1-(1+1,5%)]=564.385 euro
(serie geometrica)
La famiglia mediana con 2 percettori di reddito, una famiglia normale, partita senza alcun patrimonio, dopo 40 anni di risparmi è diventata super-ricca, dato che rienta nel 10% più ricco della popolazione!!! Eccoli i super-ricchi, in gran parte gente normale che alle soglie della pensione è riuscita a comprarsi una casa con i risparmi di una vita.
Allora non è un dato assurdo che il 10% più ricco abbia il 45% della ricchezza del paese. Certo in quel 10% rientrano i veri super-ricchi, i milionari, ma forse non sono la maggioranza o quantomeno potrebberlo non esserlo, per cui volendo tassare questi si finirebbe per tassare gente normale, magari fortunata, ma normale. E poi, altre tasse in Italia? Ancora operazioni straordinarie una tantum? No comment.

Vogliamo ridurre il debito? Dobbiamo. Facciamo riforme serie. Semplifichiamo la vita agli italiani. Riduciamo la spesa pubblica. Riduciamo le tasse, anche in numero. Creiamo un solido avanzo primario. Semplifichiamo la leggi. Riformiamo la giustizia. Investiamo nell'istruzione. Ripristiniamo la fiducia nelle istituzioni dimostrando che una classe dirigente seria è possibile. Facciamo ripartire il paese. Non ci sono alternative. Il resto sono chiacchere.