Galileo e i complottari

Quest'estate mi sono imbattuto per caso in una bancarella di libri usati. Senza volerlo mi sono trovato per le mani un libricino: una lettera di Galileo Galilei, uomo di scienza che dovette combattere contro la superstizione e l'oscurantismo nel 1600. Mi è sembrato attualissimo. Provate a leggere:

[...] "dato che il numero degli analfabeti funzionali e dei webeti è di gran lunga superiore a quello degli intelligenti e dei capaci, i primi, navigando in rete a caso e senza verificare le fonti, credono di essersi informati e di avere la competenza per esprimere opinioni su ogni argomento, basandosi sulla loro interpretazione distorta di alcune frasi decontestualizzate che hanno letto in rete e senza che abbiano compreso il senso di quelle poche fonti attendibili che gli sarà pur capitato di avere sotto gli occhi, e lo scarso numero dei competenti e degli esperti non avrà speranze di arginare il fenomeno del complottismo e delle notizie false, essendo invetabile che questi contenuti ottengano molti più "mi piace" e siano maggiormente condivisi dalle masse, poiché è molto più facile spacciarsi per esperti controcorrente o sentirsi tali sulla base di allarmismi, slogan, paure e false analogie pseudoscientifiche piuttosto che aprire i libri, partire dalle basi e mettersi a studiare materie complesse per anni e anni."
[...]

Galileo Galilei, Lettera ai Terrapiattisti, 1615.

Domande sul PIL

Alcuni spunti di riflessione sul PIL e risposte ad alcune domande emerse nell'ambito di alcune mie lezioni.

La scienza non è democratica, è la cosa più democratica che ci sia

"La scienza non è democratica" (Roberto Burioni, Medico, su Facebook) è una solenne cazzata.

O quantomeno è una frase che richiede delle precisazioni.

E' vero che non possiamo mettere sullo stesso piano tutte le affermazioni.
Questa è demagogia, è superstizione, è sfaldamento del tessuto sociale.
Ma ciò non ha a che fare con la scienza, ma con la ragione e con il buon senso.

La scienza è tale proprio perché se ne frega dell'autorevolezza e della reputazione di chi fa un'affermazione.
La scienza vuole le prove e le vuole secondo il metodo scientifico.
La scienza è la cosa più democratica che ci sia.

Chiunque può contribuire e affermare ciò che vuole, purché sia in grado di dimostrarlo. Un'affermazione vale solo se é supportata dai fatti.
Uno sconosciuto può confutare la teoria di un luminare, se può provare di avere ragione.
"Science is the belief in the ignorance of experts", diceva Richard Feymann, premio Nobel per la fisica.