3 attacchi alla concorrenza e alla libertà

Io avrei altro da fare e vorrei anche scrivere di tematiche più strettamente economiche, ma è più forte di me...

Attacco 1 - Windows 8
Da un lato si discute del "secure boot" del prossimo Windows 8, basato su UEFI (Unified Extensible Firmware Interface).
La Microsoft benevola sempre più attenta alla nostra sicurezza inserirà nei nostri PC un sistema di chiavi che autorizzeranno l'installazione solo di programmi (driver delle parti hardware, altri sistemi operativi e applicazioni varie) certificati (mi scuso per le imprecisioni, non sono un tecnico; rimando qui, qui, qui e qui per dettagli).



In altre parole, generalizzando un po', l'intento, che sembra andare nella direzione del "trusted computing", è di decidere loro cosa dobbiamo fare col nostro pc. Siccome venderci a caro prezzo una scatola nera che non abbiamo diritto di sapere come funzioni, cosa faccia dei nostri dati e non possiamo modificare qualora ne avessimo bisogno non garantiva sufficientemente la nostra sicurezza informatica, è arrivato il momento che siano loro a decidere cosa possiamo installare e cosa no. Finalmente non dovremo più proccuparci di decidere noi cosa fare del nostro pc, il nostro pc deciderà cosa fare di noi. E la Microsoft ci proteggerà dai cattivi. Loro sono grandi e forti, noi piccoli e indifesi. I cattivi non potranno farci del male e non dovremo preoccuparcene. Un pensiero in meno.

Pare comunque che la Microsoft concederà gentilmente all'utente la libertà di disattivare il secure boot e questo dovrebbe risolvere ogni problema (in particolare far stare buoni quelli che usano GNU/Linux che cmq sono pochi): chi vuole lo disattiva e fine.
Io non sono d'accordo. L'esistenza stessa di un sistema del genere è un attacco alla libertà dell'utente. Inoltre la libertà di scelta, seppur positiva, non è neutrale rispetto a come viene posta la scelta stessa. Mi spiego. L'utente medio non ha idea, non vuole saperne e non ha tempo e voglia di sbattersi per problemi di questo tipo. Nessuno passa 40 minuti al giorno a leggere e capire tutte le licenze di ogni nuova installazione o aggiornamento. Chi usa il pc ha da fare, spesso ha fretta e non vuole problemi. Si clicca su ok/accetto senza leggere e si continua a lavorare. Se l'opzione di default sarà il secure boot attivato, il 95% degli utenti lo lascerà così senza neanche saperlo. Ovvero rinuncerà a parte della sua libertà senza rendersene conto, mentre la Microsoft aumenterà il suo potere di mercato.

Supponiamo che alla Microsoft venga imposto di dare la scelta all'utente.
Voi comprate un bel notebook nuovo dal design accattivante e prestazioni elevate. Sopra c'è un bel logo "Widows 8 certified". Voi non sapete bene che significa, ma il commesso vi ha detto che sul pc c'è il nuovissimo Windows 8 e che è tutto bello integrato con l'hardware. Arrivate a casa, aprite il packaging fashion del vostro gioiello, accendete la macchina, shermate di avvio affascinanti, non vedete l'ora di usare il pc, ma ecco una finestra con su una roba lunghissima. E' la licenza, che non leggerete, con la quale accettate di rinunciare a una serie di libertà per il privilegio di usare Windows. Avete accettato di non dare una copia di Windows ai vostri amici, avete detto che vi sta bene non avere il diritto di sapere cosa Windows faccia sull'hardware da 1000 euro di vostra proprietà e che vi sta bene non sapere se Windows invia informazioni alla Microsoft. Nessuno ha il diritto di saperlo, nè avete il diritto di provare a capirlo o provare a capire come funziona il sistema (reverse engineering). Tutto questo avviene già ora. Ma voi non avete mai letto e comunque all'atto pratico non vi cambia nulla perché voi, come il 95% degli esseri umani (me compreso), non avete idea di come si possano fare molte di quelle cose alla quali avete rinunciato. Abbiamo cliccato su "accetto" senza leggere e sperando che non ci voglia troppo per poter usare il nostro gioiello.
Ma ora vi compare un'altra finestra, simile alla prima ma più piccola. State per cliccare su OK a priori, che è quello che fate quasi sempre, così vi ha abituato Windows, ma questa volta date un'occhiata. "Volete attivare l'avvio sicuro del pc? L'avvio sicuro è la nuova tecnologia della Microsoft per aumentare la Vostra sicurezza impedendo a qualsiasi componente malevolo o non certificato di avviarsi". Il messaggio che percepite è che se cliccate su OK allora sarete più protetti, anzi vi domandate che ve lo chiedano a fare... Che fate?

Un aspetto positivo c'è.
Con un po' di fortuna e un buon lavoro, anche di marketing, da parte del mondo del software libero e dell'opensource, le politiche di chiusura e le scelte anticoncorrenziali della Microsoft, della Apple ecc. potrebbero avere l'effetto di stimolare i produttori di hardware libero. Tutto dipende dalle scelte dei consumatori e queste dipendono in modo cruciale dall'informazione.
Il software libero oltre a restituire all'utente i suoi diritti e le sue libertà, garantisce un mercato veramente concorrenziale in grado di stimolare e premiare meglio l'innovazione. Un mercato concorrenziale sul fronte software, hardware e sul supporto ad entrambi.

Ora la mia domanda è semplice e generale e vale per tutto il software proprietario:
Perché dovrei chiedere il permesso a un terzo per fare del mio pc quello che voglio io?
Perché un terzo dovrebbe avere il diritto di impedire che io installi nel mio pc quello che mi pare?
Quale diritto ha un terzo anche solo di sapere quello che faccio con il mio pc?

E questo mi rimanda ad un'altra questione...


Attacco 2 - Facebook ecc.
Facebook ti osserva anche dopo il logout. Non mi sembra niente di nuovo, del resto in molti siti diversi da facebook è presente un collegamento per condividere i contenuti o un "mi piace" che rimandano direttamente al profilo (che in Germania è illegale). Il punto ancora una volta è l'informazione e la possibilità di scelta, purché la scelta sia proposta in maniera opportuna.
E' importante che l'opzione di default o l'opzione che è più facile scegliere sia quella migliore per la libertà dell'utente. Chi vorrà potrà in seguito e con il minimo di fatica necessaria perché l'atto sia da considerarsi pienamente intenzionale cedere parte dei suoi diritti e libertà. Il contrario non è sostenibile.
Condividere le proprie informazioni, consentire l'invio di informazioni a terzi, consentire il funzionamento di un programma che non ci è dato sapere cosa faccia con i nostri dati e il nostro hardware ecc. devono essere scelte consapevoli. E l'esperienza ci insegna che cliccare su "accetto" di una licenza non è sufficiente.
Nel caso dei social network l'impostazione di default deve essere tale da garantire all'utente la maggior privacy e libertà possibile. Sarà quest'ultimo in seguito ad dover andare a modificare le opzioni se preferisce.

E' necessario che l'utente sia messo in condizione di scegliere davvero, di scegliere di usare a suo rischio software proprietario se preferisce. Oggi quasi nessuno "sceglie" di usare software proprietario, ma qualcuno a volte sceglie di usare software libero. Dobbiamo invertire questa scelta.

UPDATE pare che facebook abbia corretto il logout


Attacco 3 - Software proprietario a scuola
Da tempo i colossi dell'informatica fanno "regali" (cavalli di troia?) alle scuole. Giusto qualche giorno fa Apple ha regalato 9000 iPad alle scuole Usa.
Da tempo le scuole nel tentativo di instruire gli allievi insegnano loro ad usare Windows, MSoffice e altro.
Gli aspetti positivi, e non lo nego ci sono, di tutto ciò sono banali per cui non mi ci soffermo.
Ma ci sono anche importanti aspetti negativi. Forse banali anche questi, se uno ci riflette 1 minuto, ma comunque meno discussi, perciò credo valga la pena considerarli.
Con le parole di Stallman:
Le multinazionali offrono alle scuole dei campioni gratuiti per lo stesso motivo per cui le aziende produttrici di tabacco distribuiscono sigarette gratis: creare dipendenza nei giovani(1). Una volta cresciuti e diplomati, queste aziende non offriranno più alcuno sconto agli studenti.
Non so se le compagnie di informatica facciano ciò col fine esplicito di creare dipendenza come dice Stallman. E' possibile, ma comunque lo trovo legittimo. Sta alle scuole declinare l'offerta e sta allo Stato fare in modo che le scuole non ne abbiano bisogno. Al di là del fine delle compagnie è importante sottolineare che l'effetto di insegnare il software proprietario nelle scuole è effettivamente quello creare un certo grado di dipendenza e di lock-in. Quando tutti intorno a te usano software proprietario, te lo insegnano a scuola, e quelli che tu reputi fighi usano software proprietario (magari perché sponsorizzati, pratica non nuova nel marketing) allora usare quest'ultimo diventa normale, diventa la non-scelta, quando invece dovrebbe essere la scelta consapevole dato che ha un costo non trascurabile in termini etico-sociali ed economici.