Il libro digitale, il mercato e la paura

Repubblica ha pubblicato un articolo molto interessante e un po' miope di Scott Turow (ripreso dal NYT - qui). Ho subito sentito il desiderio di scrivere le mie riflessioni su questo argomento, del quale mi sono già accupato, che lega cultura, diritto, economia e tecnologia. L'articolo di Turow è interessante, perché l'autore solleva una questione rilevante ed esprime un sentimento popolare, che comprendo bene, ma che a mio parere è abbastanza fuori luogo. È anche un po' miope, perché il filo logico del discorso è piuttosto debole e le soluzioni che implicitamente vengono suggerite al problema sollevato peggiorano la situazione e non appaiono percorribili nel lungo periodo se non imponendo un costo insostenibile alle persone, in termini economici, di libertà e di privacy. Non sto qui a discutere punto per punto l'articolo, che serve solo come spunto per la reflessione. Mi concentro quindi su alcuni punti sollevati in esso e comuni a molti discorsi sui libri digitali (ebook).