Stop ACTA & TPP
Cosa sono ACTA e TPP?
Per cominciare inquadriamo la cosa: stiamo parlando di internet, copyright e proprietà intellettuale.
Siamo nello stesso campo del SOPA, di cui al post precedente.
Le mie idee al riguardo le ho già espresse, perciò rimando ai vecchi post, ricordando che il mi pensiero deriva solo in parte da convinzioni personali, ma soprattutto da ragionamenti coerenti dal punto di vista economico, dall'analisi dei fatti e da alcune argomentazioni di tipo etico.
Conosco bene i ragionamenti a favore della proprietà intellettuale, ma alla luce dei ragionamenti contrari i primi appaiono veramente deboli e non reggono alla prova dei fatti: non ho trovato prove che la proprietà intellettuale aumenti l'innovazione e la creazione di opere, nè la loro diffusione. Al momento quindi le informazioni che ho mi portano a vedere negativamente qualsiasi incremento della protezione della proprietà intellettuale, che altro non è che un diritto di monopolio garantito per legge senza che vi sia un buona ragione.
All'analisi logica si aggiunge una di tipo etico, forse meno razionale, ma più toccante. Chi favorisce la proprietà intellettuale tende a vedere quest'ultima come un diritto naturale, come una proprità di tipo materiale su un oggetto. L'autore di un'opera diventa in un certo senso proprietario di tutte le copie dell'opera, anche le copie fatte da altri. Cioè non solo egli ha il sacrosanto diritto ad essere riconosciuto autore dell'opera (che poi quando parliamo di cose più astratte e generali anche questo è discutibile), egli ha il diritto di decidere il comportamento degli altri. Questa seconda parte appare senza fondamento. E come se l'inventore della pizza avesse il diritto di venire a casa mia mentre cucino e volesse dei soldi per ogni pizza che faccio e mi denunciasse perchè io nella pizza ci metto le banane e mi permetto di continuare a chiamarla pizza... Ancora peggio, nel caso del software proprietario, per il quale l'utente non ha diritto si conoscere il codice sorgente, è come se la ricetta della pizza fosse segreta, io posso solo mangiarla, comprarla solo dai pizzettari autorizzati e non posso sapere se dentro c'è qualcosa che potrebbe farmi male o creare dipendenza; e se provo a capire cosa c'è nella pizza e provo a fare delle pizze a casa o provo da darne una fetta ad un amico allora commetto un reato. Non si chiama bullismo questo? Nonsense.
La scappatoia? Vendere non più copie di un'opera, ma dove possibile il diritto di accesso o il diritto di fruizione dell'opera, dare in licenza. Non ti vendo la canzone, il film, il libro, la medicina, il computer, il sistema operativo, ma il diritto di ascoltare la canzone, di vedere il film, di leggere il libro, di prendere la medicina, di usare il computer, di far girare il sistema operativo. Non sei più proprietario di una copia, ma fruitore di un contenuto. La copia è tua e controllare cosa ci fai è difficile ed invasivo. Ma se per accedere ai contentuti devi chiedermi il permesso, fare il log-in cosicché io ti riconosca, usare password che io ti do, usare il mezzo che io decido, allora il controllo è più facile e forse meno invasivo. Una prigione dorata. Il risultato però è lo stesso: l'utente vede limitata la priopria libertà, forse però nel secondo caso non se ne accorge, anzi ringrazia per il grande servizio offertogli. Che poi se il servizio fosse davvero di qualità, l'utente non lo userebbe volentieri a pagamento comunque, senza bisogno di create muri e monopoli artificiali?
In fondo io vado al ristorante anche se gli stessi piatti posso farmeli a casa...
Si mi sono fatto prendere la mano, torniamo all'argomento del post.
Stiamo quindi parlando di una protesta che contrappone coloro che pretendono una raforzamento della proprietà intellettuale, specialmente su internet, e coloro i quali considerano questo rafforzamento quantomeno inutile e verosimilmente nocivo e pericoloso.
Il SOPA ha riguardato gli USA; ha suscitato la più grande protesta online della storia e alla fine non è stato approvato.